Tra le due navi affondate attorno all’isola, il Nasim è la più grande, la più profonda e spettacolare, ma di certo la più impegnativa. Trasportava automobili quando, durante una notte di mare calmo, speronò le rocce di Punta Pennello, aprendo un grande squarcio a prua. I testimoni raccontano che l’equipaggio tentò di entrare all’interno della piccola Cala Maestra per arenarsi sulla spiaggetta e salvarsi dall’affondamento. Ma il mercantile sbandò su una fiancata e affondò, sparpagliando sul fondo sabbioso parte del suo carico: automobili. Per questo il Nasim tra i subacquei è conosciuto anche con il nome di ‘relitto delle macchine’. Un relitto amato e apprezzato, visitatissimo durante ogni stagione, ma che si pone davvero ai limiti ultimi dell’immersione sportiva.
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